“Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere,
significa rallentare più che accelerare,
significa dare valore al silenzio...”
Franco Arminio

Il progetto

L'idea di fare dei vini che portassero il mio nome nasce dalla consapevolezza di essere custode di una storia di viticoltura che nelle colline di Predappio è stata scritta e tramandata per centinaia di anni e dal mio desiderio di dare un'interpretazione un po' rivoluzionaria a questa terra così unica, generosa e contesa. Di produrre un vino che esprimesse l'alto potenziale di queste vigne liberandolo da tutto ciò che c'è di superfluo, un Sangiovese che mi rispecchiasse e nel quale ritrovare e mettere in pratica le mie idee.
Per farlo ho scelto un fazzoletto di terra ai confini del bosco, al centro della denominazione Predappio tra i 150 e i 300 metri di altitudine. Qui le viti affondano le proprie radici in un suolo povero, di matrice calcareo-argillosa e ricco di rocce tufaceo-arenarie di origine pliocenica chiamate Spungone. Qui 3 milioni di anni fa c'era il mare e da qui sono partita per produrre un vino che fosse la lettura di questa unicità.

Filosofia

Nei miei vini ricerco l’espressione autentica della mia terra, della sua storia, della sua anima. Immagino un vino di luce, libero da tutti gli artefici dai quali è stato troppo spesso appesantito. Per questo ho scelto di lavorare in modo semplice, seguendo i dettami di una viticoltura biologica e di una gestione artigianale della cantina.

Rispetto

In vigna tutte le lavorazioni sono manuali, le fertilizzazioni organiche, i diserbi meccanici ed i trattamenti effettuati solo con un utilizzo molto basso di zolfo e rame. Prima di essere bravi vinificatori è importante essere bravi vignaioli: per questo seguo la vigna quotidianamente, con l’obiettivo di portare in cantina un’uva sana e matura che non richieda alcuna correzione.

Artigianalità

In cantina il lavoro è governato dal principio di rispetto delle uve e delle tempistiche che il Sangiovese richiede. I tini di fermentazione sono riempiti per gravità e sono contraria a tutto ciò che può portare standardizzazione, per questo il mio modo di vinificare privilegia le fonti di diversità ed il rispetto delle uve: fermentazioni spontanee, nessun controllo della temperatura, lunghe macerazioni. Le svine sono manuali, eseguite con un torchio di inizio novecento che è stato risistemato. L’ affinamento avviene in botti di rovere, prima di essere completato in bottiglia, dove il vino viene messo senza essere filtrato.